Il poeta Kahil Gibran diceva che se tutti gli uomini avessero potuto raccontare i propri sogni, ci saremmo stupiti della loro nostra assoluta mancanza di originalità. Tutti noi, in fondo, desideriamo le stesse cose. Ma i modi in cui i sogni ci vengono tolti sono diversissimi tra loro e meritano di essere raccontati ed ascoltati.
Terre di sogni infranti è il luogo dove si incontrano persone accomunate da una comune condizione dell’esistenza: persone che si trovano, anche senza volerlo, a dar forma a comunità di cui non avrebbero mai sognato di far parte.
Il Giappone ha uno dei più alti tassi di suicidio tra i paesi industrializzati. In media ogni giorno circa novanta persone decidono di togliersi la vita. Negli scorsi anni, la percentuale dei suicidi è aumentata con l’aumentare della recessione, toccando la quota di trentamila l’anno, mantenutasi costante negli ultimi dieci anni. Il governo Giapponese ha recentemente reso pubblici i risultati di un’indagine che evidenzia come un uomo o donna su cinque pensa o ha pensato seriamente al suicidio. E’ motivata la preoccupazione che gli esiti della recente crisi economica mondiale possano ulteriormente accrescere il numero di persone che si tolgono la vita. Per questo motivo il governo ha preso provvedimenti soprattutto per quel che riguarda il problema dei blogs dove le persone organizzano suicidi di gruppo. Tra le categorie a rischio tuttavia non ci sono solo persone che hanno perduto il lavoro ma anche gruppi di giovani che si estraneano dal tessuto sociale fino alle estreme conseguenze, studenti e recentemente un numero maggiore di donne. Esistono luoghi, spesso molto turistici, deputati al triste ruolo di perfetti luoghi per morire in una sorta di schizofrenia geografica dove la vita si affianca alla morte, lo svago alla voglia di morire.